1990 - Matteucci, Briscola Scopone Tressette
Il libro, come si legge nella copertina, vuol essere un Manuale Pratico per i giochi con le carte italiane.
Curato da Lamberto Matteucci si apre con un introduzione graziosa sulle carte da gioco: “Ammesso, quasi per assurdo, che ci sia qualcuno che non abbia mai visto una carta da gioco, tuttavia costui avrà sempre avuto modo di servirsene nei modi di dire. Eccone, a esempio, alcuni: fare le carte … predire il futuro; giocare una carta … tentare; giocare l’ultima carta … fare l’estremo tentativo; avere buone carte … avere buone possibilità; mettere le carte in tavola … dire chiaramente ciò che si intende fare; castello di carte … cosa destinata a fallire; cambiare le carte in tavola … imbrogliare”.
Indubbiamente se nel trecento e nel quattrocento avessero immaginato quanto le carte da gioco sarebbero penetrate nel costume e nella vita di tutti i giorni forse si sarebbero evitate le inutili crociate e le aspre condanne ideologiche.
Dopo una Breve storia delle carte da gioco in Europa ed aver parlato dei mazzi italiani e dei tarocchi, si inserisce la Preghiera del soldato resa nota (ma non inventata, bensì riproposta) da Chiurazzi, in italiano però.
Si parla de La Briscola, in due, tre o quattro giocatori; si arriva poi alla Scopa; vengono indicate le regole elementari del gioco, si parla poi del Quarantotto senza dire nulla di diverso da altri autori.
Al capitolo 5 si tratta Lo Scopone, citando Chitarrella e la pubblicazione del Chiurazzi 1866, sempre reiterando l'errore relativo a tale attribuzione. Come ripetuto tante volte: non esiste, in quell'anno (e neppure nei successivi 35-40) nessuna traduzione nè pubblicazione di Chiurazzi riguardo al falso trattato sul gioco che nasce, più o meno, alla fine di quel secolo.
L’autore a proposito di questo gioco, così come egli lo tratta, ci dice che “questo libro è dedicato più a chi ama la partitella tra amici che a chi ambisce la partecipazione a tornei”.
Vengono poi commentate le regole del Chitarrella con delle giuste osservazioni, in linea con quanto detto a suo tempo dal Saracino e da altri autori a proposito delle regole 35 (spariglio dei 7 da parte del mazziere) e 36 (far passare il 7 giocato dagli avversari).
Una volta esaurite le 44 regole si passa a trattare dello Spariglio, de Il Mulinello, de Le Scope, de Il gioco dei 7, ed infine Del comportamento dei giocatori, distinguendo i ruoli dei quattro contendenti.
Per completare il capitolo si pubblicano le Regole stesse in latino ed in dialetto napoletano.
Nel libro ci sono capitoli su Mediatore, Tressette con le varianti; si parla poi di Terziglio e si danno le Regole del Tressette Lucchino, dal libretto di Giuseppe Rinaldi del 1768.
L’Uomo nero ed il Rubamazzo concludono la trattazione.
Un libro agile, grazioso nel complesso, ma non molto approfondito per lo Scopone.
Curato da Lamberto Matteucci si apre con un introduzione graziosa sulle carte da gioco: “Ammesso, quasi per assurdo, che ci sia qualcuno che non abbia mai visto una carta da gioco, tuttavia costui avrà sempre avuto modo di servirsene nei modi di dire. Eccone, a esempio, alcuni: fare le carte … predire il futuro; giocare una carta … tentare; giocare l’ultima carta … fare l’estremo tentativo; avere buone carte … avere buone possibilità; mettere le carte in tavola … dire chiaramente ciò che si intende fare; castello di carte … cosa destinata a fallire; cambiare le carte in tavola … imbrogliare”.
Indubbiamente se nel trecento e nel quattrocento avessero immaginato quanto le carte da gioco sarebbero penetrate nel costume e nella vita di tutti i giorni forse si sarebbero evitate le inutili crociate e le aspre condanne ideologiche.
Dopo una Breve storia delle carte da gioco in Europa ed aver parlato dei mazzi italiani e dei tarocchi, si inserisce la Preghiera del soldato resa nota (ma non inventata, bensì riproposta) da Chiurazzi, in italiano però.
Si parla de La Briscola, in due, tre o quattro giocatori; si arriva poi alla Scopa; vengono indicate le regole elementari del gioco, si parla poi del Quarantotto senza dire nulla di diverso da altri autori.
Al capitolo 5 si tratta Lo Scopone, citando Chitarrella e la pubblicazione del Chiurazzi 1866, sempre reiterando l'errore relativo a tale attribuzione. Come ripetuto tante volte: non esiste, in quell'anno (e neppure nei successivi 35-40) nessuna traduzione nè pubblicazione di Chiurazzi riguardo al falso trattato sul gioco che nasce, più o meno, alla fine di quel secolo.
L’autore a proposito di questo gioco, così come egli lo tratta, ci dice che “questo libro è dedicato più a chi ama la partitella tra amici che a chi ambisce la partecipazione a tornei”.
Vengono poi commentate le regole del Chitarrella con delle giuste osservazioni, in linea con quanto detto a suo tempo dal Saracino e da altri autori a proposito delle regole 35 (spariglio dei 7 da parte del mazziere) e 36 (far passare il 7 giocato dagli avversari).
Una volta esaurite le 44 regole si passa a trattare dello Spariglio, de Il Mulinello, de Le Scope, de Il gioco dei 7, ed infine Del comportamento dei giocatori, distinguendo i ruoli dei quattro contendenti.
Per completare il capitolo si pubblicano le Regole stesse in latino ed in dialetto napoletano.
Nel libro ci sono capitoli su Mediatore, Tressette con le varianti; si parla poi di Terziglio e si danno le Regole del Tressette Lucchino, dal libretto di Giuseppe Rinaldi del 1768.
L’Uomo nero ed il Rubamazzo concludono la trattazione.
Un libro agile, grazioso nel complesso, ma non molto approfondito per lo Scopone.
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Essendo il libro piuttosto recente non c'è alcun documento in .pdf da scaricare; sopra Frontespizio (arricchito di informazioni sulla stampa) ed Indice; sotto la Copertina.