Il Crocefisso fatto con le carte da gioco
Nonostante fossero ritenute spesso strumento del diavolo le carte da gioco sono servite a comporre un Crocefisso.
A Bologna, presso la Chiesa dei Servi di Maria, si trova in Strada Maggiore al numero 43, si venera un Crocifisso di cartapesta, magnificamente conservato. La Chiesa fu fondata nel 1346 ed ampliata e ristrutturata tra il XIV e il XV secolo.
L’aneddoto relativo a questa opera d’arte, è raccontato da padre Angelo M. Lucenti dei Serviti e raccolto da Maria Cecilia Bonanni che ringraziamo per la gentilezza.
La foto della statua, che potete vedere sotto, è stata scattata da lei.
“Negli anni dal 1500 in avanti i bolognesi avevano la passione di giocare a carte, ma spesso tale passione si trasformava in truffa ai danni dei concittadini più anziani e inesperti ... in poche parole, si barava parecchio! Visto il malcontento generale allora, il sindaco della città (ma, data l'epoca, forse era il podestà), in accordo col vescovo, chiese ai bolognesi di bruciare tutte le carte da gioco in loro possesso e, a chi non avesse avuto il coraggio di farlo, di mandarle direttamente a loro (vescovo o podestà), cosicché ci avrebbero pensato le autorità a bruciarle. Di carte ne arrivarono parecchie, ed erano piuttosto belle ed artistiche, a tal punto che pareva un peccato metterle al rogo tutte. Cosi podestà e vescovo pensarono bene di utilizzarle per farne qualcosa di utile e chiamarono un artista, il Giambologna (lo stesso che poi ha fatto la statua del Nettuno davanti al Palazzo Comunale a Bologna), perché le utilizzasse per creare un crocifisso!”
Cosi dal 1643 esiste questa scultura fatta con le carte da gioco, ma non c’è alcuna traccia visibile che può testimoniarlo.
Il fatto è storico, padre Bruno M. Zanirato, anch'egli appartenente all’ordine dei Serviti, è stato diversi anni priore in questa chiesa e ricorda che lo storico dell’Ordine, padre Pacifico Branchesi, ora non più tra noi, conosceva la tradizione e l’avallava.
Le carte, macerate in cartapesta sono ricoperte di uno strato di gesso o scagliola e la statua è stata successivamente dipinta.
Anche padre Paolo M. Ferronato nel suo libro, Santa Maria dei Servi in Bologna, afferma testualmente : “Nella nicchia della diciottesima cappella si trova il miracoloso Crocifisso, che la tradizione vuole ricavato dal macero di una grande quantità di carte da giuoco, quale segno di ravvedimento. Dal giorno in cui fu portata in processione nella chiesa dei Servi (10 agosto 1643), l’immagine è stata sempre oggetto di grande venerazione sia per le grazie attribuite sia per le innumerevoli manifestazioni di pietà da parte dei bolognesi”. Il testo è a pagina 54 dell’edizione Ed. Olivares, Milano, 1997
Il testo qui inserito è tratto dal libro Storia dello Scopone: leggende e realtà, stampato nel dicembre 2013.