2008 - Peres, Scopone scientifico in4e4otto
Leggiamo l’Introduzione: “… secondo molti esperti, il gioco di carte più bello del mondo è lo scopone scientifico che vanta origini napoletane e che, per livello di implicazioni strategiche, da alcuni viene considerato addirittura superiore al bridge ... Luigi Confalonieri, curatore negli anni ’60 di una prestigiosa rubrica di giochi matematici … sosteneva «Lo scopone scientifico è il più bel gioco del mondo perché richiede un’attenzione e una memoria molto superiori a quelle che siano necessarie, ad esempio, per il bridge e perché … non è quasi per nulla influenzato dalla distribuzione delle carte stesse … Nel bridge, invece, anche due brocchi possono letteralmente sterminare i campioni del mondo qualora abbiano una mano favorevole. Allo scopone … i buoni, gli ottimi giocatori sono sempre capaci di imporsi alle carte»”.
L’autore prosegue dichiarando la sua preferenza per lo scopone ma ritiene che il confronto con il bridge non abbia molto senso; poi contesta l’uso del nome e dell’aggettivo scientifico per lo Scopone a 10 carte, supportato anche da autorevoli testi, essenzialmente da quello del Saracino e, in seconda battuta, da quello di Aurelio Verdina; ora per il nome si può essere d'accordo, se non altro per non fare confusione; ma per l'aggettivo no, basta leggere quanto sostiene Luigi Ferrari nel suo libro L'Etica dello Scopone: e non è l'unico autore che rivaluta questa versione.
Per tentare di capire come sia nato questo errore fa questa affermazione: “Mentre la produzione di libri sul bridge è sterminata, quelli sullo scopone scientifico usciti nell’arco di 80 anni si possono contare sulle dita di 2 mani”.
Per verificare la validità di quanto dice è sufficiente andare all'elenco dei Libri sullo Scopone; forse però egli intende far notare quanto pochi siano i libri che esprimono reali novità rispetto alle Regole di Chitarrella.
A proposito di tali regole egli attribuisce a Luigi Chiurazzi la prima stesura di quelle sullo Scopone nel testo del 1866.
Come altri è in errore, basta scaricare il .pdf e leggerlo e, come già ripetuto, non esiste un manoscritto di Chitarrella sino alla fine dell'800: il primo libro sullo Scopone è del 1855, di Chitarrella nemmeno l'ombra. Dopo il libro del prof. Malato del 1991 non si dovrebbe più commettere un errore del genere: Chiurazzi pubblica il suo testo sullo Scopone nel 1895 e non nomina affatto il Chitarrella, pur avendone già tradotto e pubblicato 30 anni prima il manoscritto su Mediatore e Tressette, ed aver reiterato quella stesura del 1866 in anni successivi (1880 e 1890).
Nel capitolo 4 si parla dei Concetti di base: di scope, mulinello, pariglio e spariglio; i concetti sono espressi in forma chiara e semplice, altri argomenti potete vederli nell'Indice sopra riportato assieme al Frontespizio.
Nel Capitolo 5 si parla di Tecniche mnemoniche e del quarantotto: si citano le supposizioni di Saracino e di Cicuti sull'origine di questo nome. Fa poi degli esempi per far meglio capire l'utilità di questa tecnica; però nel quarantotto doppio, a pag. 66, dimentica che le carte dispari possono essere sparigliate solo a due o quattro alla volta e le considerazioni qui fatte restano un pò condizionate da una partenza sbagliata; comunque una svista può essere perdonata, l'esempio però ne esce monco.
Nei Capitoli 6 e 7, Principi strategici e I dilemmi del mazziere, descrive gli accorgimenti ed il punto di vista dei quattro giocatori e del mazziere in particolare.
Il libro si conclude il libro con Chitarrella tradotto e commentato: ne abbiamo già parlato in precedenza.