1993 - Menicanti, Scopone scientifico
Il titolo completo (Come giocare e vincere ... astuzie e strategie) è già piuttosto impegnativo: vero è che fa parte di una collana di libri della De Vecchi (che oggi fa parte del gruppo Giunti) che promettono appunto di insegnare a giocare e vincere al Bridge, al Poker, alle Corse dei Cavalli ...
Vengono descritte diverse situazioni in cui è necessario comportarsi in modo adeguato e consapevole; il problema di chi legge è riconoscere certi momenti di gioco e riuscire a “collegare” le giocate suggerite; molto giuste le indicazioni per i 7 riferite ai quattro contendenti, in genere vengono dati buoni consigli a chi desidera approfondire i temi del gioco.
L’amico Franco Montefiori, campione italiano a più riprese, afferma che “lo scopone non si può insegnare; però si può imparare ...” intendendo dire che è solo con una pratica prolungata e consapevole del gioco, possibilmente con soci bravi, che si riesce ad entrare nei meccanismi e nelle astuzie dei veri giocatori. Giusto che ognuno abbia, a proposito, la propria opinione.
Menicanti richiama l'invito del Chitarrella a guardare prima le carte degli altri e poi quelle che si hanno in mano, però lo attribuisce al trattato sullo Scopone, in realtà nel falso manoscritto non viene affatto suggerita tale astuzia sleale; lo è invece in quello su Mediatore ed in quello sul Tressette del vero Chitarrella; poco attento il nostro Aurelio !
Usa una notazione insolita per il primo di mano (chiamato letta) ed il terzo di mano (co-letta), mentre chiama il mazziere ed il co-mazziere con i loro nomi, ciò è più normale; non che la dizione sia errata: questo modo di riferirsi al primo ed al terzo è utilizzato da vecchia data, però è poco accessibile ai neofiti; sarebbe stato più semplice chiamarli con i punti cardinali o con il nome esteso.
Chiama Donna il cavallo ed insiste ad adoperare le carte francesi invece di quelle tradizionali napoletane; entrambe le cose svelano l’origine settentrionale dell’autore, originario di Como; poi però nel calcolare i punti della Primiera assegna 10 punti a tutte le Figure, ma al Nord si usa sommare 8 per il Fante, 9 per il Cavallo (o Regina) e 10 solo per il Re.
Commette qualche svista quando, nello spiegare un esempio, dice “carte dispari in gioco Donna e Re”; per carte dispari egli intende quelle sparigliate, se la Donna fosse l’8 la cosa sarebbe possibile, essendo invece il 9 allora l’esempio diventa matematicamente assurdo.
Vengono descritte diverse situazioni in cui è necessario comportarsi in modo adeguato e consapevole; il problema di chi legge è riconoscere certi momenti di gioco e riuscire a “collegare” le giocate suggerite; molto giuste le indicazioni per i 7 riferite ai quattro contendenti, in genere vengono dati buoni consigli a chi desidera approfondire i temi del gioco.
L’amico Franco Montefiori, campione italiano a più riprese, afferma che “lo scopone non si può insegnare; però si può imparare ...” intendendo dire che è solo con una pratica prolungata e consapevole del gioco, possibilmente con soci bravi, che si riesce ad entrare nei meccanismi e nelle astuzie dei veri giocatori. Giusto che ognuno abbia, a proposito, la propria opinione.
Menicanti richiama l'invito del Chitarrella a guardare prima le carte degli altri e poi quelle che si hanno in mano, però lo attribuisce al trattato sullo Scopone, in realtà nel falso manoscritto non viene affatto suggerita tale astuzia sleale; lo è invece in quello su Mediatore ed in quello sul Tressette del vero Chitarrella; poco attento il nostro Aurelio !
Usa una notazione insolita per il primo di mano (chiamato letta) ed il terzo di mano (co-letta), mentre chiama il mazziere ed il co-mazziere con i loro nomi, ciò è più normale; non che la dizione sia errata: questo modo di riferirsi al primo ed al terzo è utilizzato da vecchia data, però è poco accessibile ai neofiti; sarebbe stato più semplice chiamarli con i punti cardinali o con il nome esteso.
Chiama Donna il cavallo ed insiste ad adoperare le carte francesi invece di quelle tradizionali napoletane; entrambe le cose svelano l’origine settentrionale dell’autore, originario di Como; poi però nel calcolare i punti della Primiera assegna 10 punti a tutte le Figure, ma al Nord si usa sommare 8 per il Fante, 9 per il Cavallo (o Regina) e 10 solo per il Re.
Commette qualche svista quando, nello spiegare un esempio, dice “carte dispari in gioco Donna e Re”; per carte dispari egli intende quelle sparigliate, se la Donna fosse l’8 la cosa sarebbe possibile, essendo invece il 9 allora l’esempio diventa matematicamente assurdo.
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Come è noto le carte 1, 3, 5, 7 e 9 possono essere sparigliate solo due alla volta: il guaio è che questo errore viene commesso più volte. Certo una svista si giustifica ma reiterare esempi zoppi fa pensare ad una pratica scarsa.
In definitiva un libro con varie imprecisioni che ne minano un po' il valore.
Essendo il libro piuttosto recente non c'è alcun documento in .pdf da scaricare; sopra Frontespizio (arricchito di informazioni sulla stampa) ed Indice; sotto la Copertina.
In definitiva un libro con varie imprecisioni che ne minano un po' il valore.
Essendo il libro piuttosto recente non c'è alcun documento in .pdf da scaricare; sopra Frontespizio (arricchito di informazioni sulla stampa) ed Indice; sotto la Copertina.