La novella di Prete Ulivo
Certamente senza le carte da gioco lo Scopone non sarebbe esistito.
Purtroppo, al loro apparire, le carte vennero spesso utilizzate per inventarsi giochi d'azzardo, in sostituzione dei dadi, ad esempio.
E non può stupire il fatto che la Chiesa, siamo nel XV° secolo più o meno, li abbia viste e stigmatizzate come strumenti del diavolo.
Se credete potete leggere su TreTre questo favoloso Sermo perutilis de ludo cum aliis: è un po' noioso ma riflette bene lo spirito di allora.
"La data di redazione è discussa, e va dal 1460 al 1500. La tendenza prevalente è di datarlo intorno al 1470. L'autore è un predicatore, forse un francescano, ma Michael Dummett preferisce credere che sia un domenicano" ma tutto ciò lo trovate sul sito TreTre, il virgolettato è tratto dal loro sito, crediamo sia un ottimo sito di giochi di carte italiane che, oltre a permettere di giocare, ha tante sezioni dedicate ai giochi di carte. Oltre alla Storia dei Giochi potete consultare l'Enciclopedia, e poi i Documenti con gli studi monografici, infine nella Biblioteca troverete dei testi da scaricare: alcuni di questi li abbiamo forniti come FIGS nell'ambito di una collaborazione di reciproca soddisfazione.
Ecco allora questa novella La Vita e la morte di Prete Ulivo che riabilita il gioco d'azzardo della Primiera. Ce l'ha segnalata Sergio Giannini, tra i maggiori collaboratori del libro sulla Storia dello Scopone che è particolarmente erudito su questo gioco.
E' una poesiola un po' lunga; non è stata inserita nel Libro di Storia perchè già abbastanza corposo: essa rappresenta una sdrammatizzazione del gioco in sè, perchè le carte da gioco servono a prendere in giro Belzebù, perchè buffa e divertente, perchè parla sempre di uno dei 4 punti in palio in una partita di Scopone.
Per la verità la Primiera del '500 è più simile al nostro Poker attuale, ma è innegabile comunque che anche oggi il conteggio dei punti rimanda a questo gioco. Inoltre non dimentichiamo che il nostro amico Luigi Ferrari argomenta una diretta derivazione da questo gioco attraverso dei passaggi successivi, arditi ma possibili. Sergio Giannini, medico, e Luigi Ferrari, ingegnere, sono entrambi di Santo Stefano di Magra (SP) e si conoscono bene !!
Godiamoci dunque la Novella che troverete a questo link: lo scontro finale di Prete Ulivo e Belzebù è stato così ben illustrato da Alfio Leotta con una sua vignetta.
L'autore è Domenico Luigi Batacchi che nacque a Pisa nel 1748, o ’49. La famiglia era patrizia, ma versava in disagiate condizioni economiche, a causa di un padre donnaiolo e giocatore. Lavorò come gabelliere alle porte di Pisa, qui componeva le Novelle galanti del Padre Atanasio da Verrocchio e dell’eruditissimo Padre Agapito da Ficheto, che poi vendeva ad un libraio di Bologna: incominciò a pubblicarle a Pisa nel 1791 in dispense periodiche.
I personaggi dei poemi di Batacchi sono pisani, tra essi anche quelli della novella La vita e la morte di Prete Ulivo.
Questa novella si basa su un racconto popolare di origini tedesche. A detta del Batacchi anche Goethe "... mostra di applaudire alla maniera con cui è stata decorata e vestita una insipida e inconcludente novella".
Batacchi fu anche apprezzato dal Foscolo.
Le righe prese sopra sono tratte liberamente dal sito di Giovanni Armillotta, al link segnalato qui.
Ringraziamo cordialmente Giovanni Armillotta, Direttore Responsabile del periodico «Africana», giornalista, nonché cultore di Storia e istituzioni dei Paesi afroasiatici all’Università di Pisa (queste notizie dal suo sito).