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1976 - Cicuti Guardamagna, I segreti dello Scopone

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Questa pubblicazione si potrebbe definire la logica continuazione di quella del Saracino del 1963. La prima edizione è del 1976, di 102 pagine, la quarta del 1988 ne conta ben 182. Dopo la prima edizione il titolo perde l'aggettivo Scientifico.
1976 Cicuti Guardamagna CopertinaSi apre con la Prefazione scritta dall'avvocato Agostino Guardamagna: “Sebbene giocato ininterrottamente da secoli, lo scopone scientifico ha avuto raramente l’onore della stampa; in materia le sole opere che si conoscano sono l’antico Codice del Chitarrella e il manuale dell’avvocato Saracino ... La carenza di letteratura non ha impedito la diffusione dello scopone, ma ha consentito che prolificassero convinzioni errate, adagi stravaganti gabellati per regole canoniche … Così, un po’ per divulgare corrette regole di comportamento … e un po’ per far cosa gradita a quei giocatori i quali … sentono il bisogno di strumenti di perfezionamento, e un po’ per nostro divertimento, abbiamo messo insieme questo nuovo testo che trae origine da una disputa di gioco insorta tra Cicuti e chi scrive … Alla fine mi parve di aver trovato il modo di mettere a tacere Cicuti esibendogli il Manuale del Saracino … Sulle prime l’esibizione ebbe successo … ma nel giro di qualche giorno … egli ribadì la sua tesi e la convalidò con maggiori argomenti … mi convinsi che le tesi un po’ rivoluzionarie di Cicuti erano fondate su criteri rigorosamente matematici … Combinai quindi un incontro con l’avvocato Saracino. Ne nacque una immediata amicizia. Il noto Autore rimase sbalordito dal contenuto innovativo delle osservazioni di Cicuti … e ci propose di rielaborare insieme una nuova edizione … Purtroppo l’avvocato Saracino… già minato da un male inguaribile, moriva prima che si potesse porre mano al progetto”.
Vediamone il contenuto; si inizia con la Rilettura critica delle regole del Chitarrella.
Gli autori rispondono a Paolo Monelli che, nella prefazione alla ristampa del Saracino, lamentava l’uso delle carte francesi. “Ha ragione Saracino quando afferma che lo scopone non potrà mai avere una diffusione omogenea, anche fuori dal territorio nazionale, fino a quando continuerà ad essere giocato con carte regionali ... Restiamo perciò fedeli alle francesine di Milano, leziose forse, ma non banali nè troppo difficili”.
Abbiamo già parlato di questo problema e proposto il mazzo unificato FIGS che risponde ad entrambe le esigenze.
Parlando della regola 9, quella che costringe la redistribuzione nel caso di 3 o 4 Re in tavola, si evidenzia che alcune Organizzazioni ridanno le carte anche nel caso in cui le 4 carte in tavola totalizzano meno di 11, cosa che permetterebbe al primo di mano di segnare una scopa subito, avendo la carta giusta. Gli autori si dicono contrari a questa convenzione, ma questa non è una critica a Chitarrella bensì alle Associazioni interessate. Le critiche maggiori sono per le regole 35 e 36, relative al gioco dei sette.

Poi ne Il mistero del quarantotto si enuncia la tesi di Cicuti per spiegare il perchè di questo nome: essendo il 7 una carta molto importante che non si può scordare nel corso di una partita, egli osserva che la somma delle carte dall’1 al 10, sette escluso, è appunto 48.
Di qui il nome che viene dato alla tecnica utilizzata per memorizzare le carte in fondo alla smazzata. Per chi scrive è ancora l’interpretazione più convincente, altre sono meno spontanee ed arzigogolate.
Ne Il quarantotto abbreviato si danno suggerimenti e metodi per sapere se si ricordano giustamente le carte sparigliate.
Il titolo degli altri capitoli si può vedere nelle due pagine di Indice della quarta edizione del 1988.
In quello de Le scope si contesta la convinzione che, dopo una scopa, avendo una tripla ed una doppia in mano, sia meglio intavolare la doppia “… perché la quarta è a destra”. Gli autori commentano: “il detto è sciocco ma scrupolosamente seguito dai giocatori mediocri e superstiziosi”.
Nel capitolo delle Massime da ricordare, alla regola S), si dice “Il punto di mazzo ha valore doppio della scopa”, ciò incoraggia a prendere un punto di mazzo anche se si lascia una scopa: il punto di mazzo acquisito viene tolto all’avversario ed il bilancio 1-1 è più favorevole di 0-1 per l’altra coppia. Ancor oggi molti giocatori di scopone non conoscono questo sano principio matematico.

1988 Cicuti Guardamagna Indice 1 1988 Cicuti Guardamagna Indice 2
Indice del Cicuti Guardamagna 1988 p1 Indice del Cicuti Guardamagna 1988 p2

Nelle Piccole cronache si racconta di partite giocate o viste dagli autori molto significative; si parla in particolare di una partita giocata a Lodi, nel maggio 1977, nell’ambito di un campionato italiano della UIGC; in essa la coppia favorita, giocando da mazziere, sbaglia una giocata per via della segnaletica adoperata senza la quale avrebbe realizzato il massimo dei punti in un finale normalissimo senza imprevisti. Poi si parla di un fiasco storico in cui una coppia, solida e più volte premiata, cede a due sbarbatelli dopo una presa non in linea con le regole dello Scopone ma effettuata a fronte di una segnalazione mal interpretata. Anche questo libro condanna senza appello l'utilizzo di metodi illeciti di comunicazione.
In Appendice troviamo le Regole di Chitarrella, nel latinetto originale e nella traduzione vernacolare del Chiurazzi, e vari Regolamenti: quello della Federazione Svizzera, della ANS (l'Associazione Napoletana dello Scopone), dell’ANAC, quello per la coppa Ottolia e l’Albo d’oro UIGC.
Insomma un libro prezioso che si deve necessariamente leggere.

1988 Cicuti Guardamagna Copertina