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Antonio Brignole

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Nasce a Chiavari (GE) il 6 marzo 1926 da Gerolamo e Luigia, un fratello minore di 3 anni più piccolo,  Sandro, che tutti ancor oggi chiamano Endro.
Studia Ragioneria e si laurea in Economia e Commercio, siamo intorno al 1955-56; prende l'abilitazione di Dottore Commercialista ma poi sceglie di fare l'insegnante. La scuola era quella per  ragionieri ed insegnava appunto Ragioneria ai ragazzi che amava e di cui era maestro di vita oltre che professore: per Antonio l'insegnamento, la scuola, erano una vera passione, assieme allo Scopone, come vedremo ...
Dopo la guerra conosce Norma che abitava a Cogorno, comune limitrofo a Chiavari: Cogorno e Caperana (la frazione di Chiavari ove risiedeva con la famiglia) sono separati da un fiume (l'Entella) che, allora, non aveva un ponte che lo attraversasse.
Ma bagnarsi i piedi per arrivare alla sua bella non era un problema per Antonio.
Si sposa nel 1957 e nascono due figli: Mariano e Marina che lo rendono nonno di Daniele e Giulia.

A quei tempi uno degli svaghi principali era il gioco delle carte, i bar si chiamavano osterie e il gioco maggiormente praticato era proprio lo scopone, anche le bocce erano gettonate ma a noi interessa di più l'altro. Antonio vede il padre Gerolamo giocare e lo affianca cercando di capire i fondamenti del gioco.
La sede è sempre Caperana che dista circa 3 Km da Chiavari, qui egli comincia la sua carriera scoponistica.Antonio Brignole Diploma Campionato Provinciale
La sua abilità nel gioco è notevole ed Antonio si sposta spesso, con il suo socio storico, Armando Masoli, per partecipare a gare e tornei, a fianco l'attestato di una delle sue numerose vittorie, il Campionato Provinciale UIGC del 1969.
Era Presidente della Cartofila di Chiavari, circolo ospitato dalla Bocciofila omonima. Allora, siamo negli anni ’60-70, assieme all’Anac, erano tutte associate alla UIGC. Conosce ed è amico di Franco Montefiori, di Silvio Canepa, di Mario Soldati, di Alfredo Zametta (fondatore nel 1950 della UIGC e primo Presidente).
Viene designato quale membro della rappresentativa italiana (potremmo dire della nazionale ...) ai tornei che si giocano in quelle sedi ed anche in Svizzera. A Chiavari soleva giocare, oltre che alla Cartofila,  nel Bar Pina, al Bar del Cinema Astor ma talvolta frequentava i tavoli del Caffè Defilla, locale storico aperto dal 1914 ed associato all'Associazione Locali Storici.
Tra i soci nelle varie gare cui partecipava, oltre a Masoli, troviamo Oneto e Rebussione: quest ultimo lavorava come esattoriale, aveva uno spirito matematico ed esuberante, ma veniva tenuto a freno da Antonio che, da bravo professore, sapeva come trattare i ragazzi anche cresciutelli.

Anche il figlio Mariano, già dai primi anni '70, segue le sue orme: dapprima accanto al padre come osservatore del gioco, poi anch'egli come giocatore, forse meno appassionato del genitore ma sempre di talento come molti liguri.
Il suo grande amore per il gioco lo spinge a scrivere un libro: Lo Scopone nel mio castello.
Lo trovate recensito al link sopra, è proprio particolare e pieno di passione: certo composto da un poeta dello scopone. In un certo qual modo rappresenta una sorta di autobiografia anche se solo chi lo ha conosciuto ne può intravedere compiutamente i collegamenti con il vissuto. Il castello in realtà non esiste come luogo fisico ma esclusivamente come creazione della sua fantasia; il colle dell'Anchetta ove ambienta alcuni capitoli, è un posto molto panoramico sopra il golfo del Tigullio : da lì si vede Portofino, perla da tutti conosciuta ed ammirata. “Nessuna casa e nessun castello”: questa la precisazione del figlio Mariano.
Antonio Brignole intervistaVerso il 1993 viene intervistato, per Entella Tv, da Marina Ravera, collaboratrice di questa  emittente, locale sì ma molto seguita: egli presenta il suo libro, spiegando il  perchè sia stato scritto. L'intervista è molto ben fatta e l'abbiamo inserita sotto, con il consenso del figlio ed il silenzio-assenso della TV, anche in considerazione del fatto che risale a 20 anni fa. In essa Antonio Brignole dice, tra le altre cose: “... ho giocato circa 35.000 partite in 40 anni e per 25 anni ho partecipato a gare di Scopone in giro per l’Italia e la Svizzera”. Accidenti 35mila partite sono veramente tante !!  La ragione principale della sua testimonianza è la volontà di far conoscere ed amare il gioco da nuovi adepti; una sua frase sulla difficoltà di vedere dei giovani accostarsi al gioco la dice lunga. Se desiderate vederla andate in fondo alla pagina: ma occhio che è lunga, circa 21 minuti di filmato.

Verso i primi anni '80 Antonio decide di smettere con l'agonismo: l'emozione della partita lo metteva in ansia (è una sindrome di molti scoponisti) e preferisce accontentarsi di partite in amicizia, molto più tranquille.
Dopo il libro già detto, forte dell’esperienza fatta in gare condotte a livelli molto alti, scrive anche  un testo di tecnica che intitola: "Scopone, guida alla giocata".
Egli avrebbe desiderato che fosse pubblicato: è diverso da altri libri sul gioco, molto tecnico ma spiegato bene e fruibile dai giocatori di ogni livello; un testo unico e particolare come l’altra sua composizione. Pochi libri possono essere accostati a questa guida: a maggio 2014 la MURSIA ha deciso la pubblicazione di questo testo, concretizzando così il desiderio di questo poeta dello Scopone, e la ringraziamo per questo.
Scompare il 10 maggio del 1998: di lui ci resta un immagine di grande spessore come giocatore e come uomo; il fratello Endro ricorda con commozione l'incontro di Antonio con i suoi ex allievi: "... è stato il mio maestro di vita" era il commento di ciascuno di loro, la stima di Endro per il fratello maggiore traspare nitida dalle sue parole piene di un immutato ed imperituro amore.
Ringraziamo Mariano ed Endro, rispettivamente figlio e fratello di Antonio, per averci dato la possibilità di ricordarlo in questa pagina.

Antonio Brignole anni 90

 

 

Il video intervista lo trovate sotto. Buona visione !!